Pubblicato da: rolandociofi | 22 febbraio 2012

La Sindrome di Savant di Valentina Pelissero

La sindrome di Savant, anche detta “savantismo”, non è stata ancora riconosciuta attraverso diagnosi mediche, ma il principale ricercatore Darold Treffert che la studia, la definisce come una condizione rara nella quale persone con disfunzioni dello sviluppo (inclusi tutti i disturbi tipici dell’autismo) possiedono doti di particolare abilità in alcuni ambiti, in contrasto con le limitazioni complessive dell’individuo. La sindrome di Savant non risulta facile da comprendere in quanto non è ancora stata messa a punto una teoria cognitiva che spieghi la combinazione delle capacità talentuose e i deficit trovati nelle persone che hanno la Savant. Questa sindrome è dalle 4 alle 6 volte più frequente negli uomini che nelle donne, e questa differenza non è interamente spiegabile attraverso la preponderanza di uomini nella cerchia delle persone autistiche.
Inoltre, Treffert afferma che tali condizioni potrebbero essere genetiche, ma potrebbero anche essere state acquisite nel tempo e coesistere con altri disturbi dello sviluppo come ritardi mentali, lesioni cerebrali o malattie contratte in fase pre-natale, natale, post-natale, nell’infanzia o anche più tardi.
In accordo con la sua tesi, infatti, circa metà delle persone affette dalla sindrome di Savant presentano disturbi autistici, mentre l’altra metà sviluppa altri tipi di disabilità, ritardi mentali, lesioni cerebrali o altre malattie.
Egli afferma: “… non tutti i savant sono autistici e non tutti gli autistici sono savant…”. Altri ricercatori sostengono invece che i tratti caratteristici dell’autismo e le capacità dei savant potrebbero essere collegate fra di loro, contestando quindi conclusioni troppo affrettate in merito, luoghi comuni o affermazioni non fondate.
Secondo Treffert, una cosa che quasi tutti i savant hanno in comune è una prodigiosa memoria che egli definisce “memoria molto profonda ma molto stretta” (vale a dire una capacità mnemonica molto accurata ma circoscritta a pochi ambiti). Un “idiota sapiente” o per meglio dire all’inglese ”idiot savant” è un individuo che presenta sia disturbi autistici che le capacità tipiche della Savant; alcuni di loro inoltre possono avere capacità dette splinter skills o “competenze immediate”. In che modo e perchè queste persone sviluppino queste doti sorprendenti, non è ancora chiaro.
Alcuni savant, inoltre, presentano evidenti anomalie neurologiche in particolare nell’emisfero cerebrale sinistro (come la mancanza del corpo calloso nel caso cervello di Kim Peek).
Le capacità stesse dei savant, però, possono essere latenti in ognuno di noi. A questo proposito, lo scienziato Allan Snyder ha tentato di stimolare la menomazione dei savant in condizioni normali tramite impulsi diretti magnetici a bassa frequenza immettendoli all’interno del lobo frontotemporale sinistro del cervello. Attraverso questo metodo, capace di rendere temporaneamente inattiva la regione cerebrale interessata, si è quindi riusciti a favorire il calcolo veloce a mente.
Sono stati osservati cambiamenti in merito e risultati differenti in quattro su undici soggetti presi in esame.

Un po’ di numeri …

Secondo Treffert: – il 10% delle persone che presentano disturbi autistici hanno capacità dei Savant. – Meno dell’1% delle persone con altre disabilità dello sviluppo hanno capacità dei Savant. – Il 50% dei savant sono autistici, il rimanente 50% ha altre disabilità, ritardi mentali, lesioni cerebrali o malattie al cervello. – I savant di sesso maschile sono più numerosi rispetto al sesso femminile da 4 a 6 volte. – Una percentuale di persone compresa tra lo 0,5 e l’1%, oltre ad avere patologie autistiche presenta anche le spiccate capacità cerebrali della Savant.

Un po’ di storia …

Secondo Treffert, il termine “idiot savant” viene usato per la prima volta dal dottor John Langdon Down, conosciuto per aver scoperto la sindrome omonima. Down coniò questa espressione perchè negli ultimi anni del XIX e agli inizi del XX secolo il termine “idiot” era scientificamente accettato per indicare una persona il cui Quoziente Intellettivo era minore di 20. Successivamente l’accezione “idiot savant” o la versione italiana “idiota sapiente” viene più tardi descritto come improprio dal momento che quasi tutti i casi riportati al tempo si presentavano in persone con Quoziente Intellettivo superiore a 40. Il termine “autistic savant” era anche utilizzato, durante questo periodo, come diagnosi di questo disturbo e, così come “idiot savant”, si è incominciato ad essere considerarlo improprio, dal momento che, solo la metà dei pazienti avevano diagnosi sia di autismo che di sindrome di Savant. Come conseguenza di una necessità di accuratezza all’interno della diagnosi e della dignità nei confronti dell’individuo, il termine Savant Sindrome diventa uno standard ed è ampiamente accettato nella terminologia corrente.

Caratteristiche peculiari degli individui affetti dalla sindrome di Savant

Un prodigioso savant è colui il cui livello di capacità non comune lo qualifica come prodigio, o talento eccezionale, anche in assenza di una disabilità cognitiva. Il tratto più comune di questi individui “prodigio” è la capacità mnemonica apparentemente illimitata, e in alcuni di essi affiancata da ricordi fotografici. Sicuramente i “savant” prodigi sono estremamente rari, meno di cento casi noti in un secolo di storia su questa malattia. Darold Treffert, principale ricercatore per quanto concerne lo studio della Sindrome di Savant, ha stimato che meno di cinquanta individui savant, a tutt’oggi, siano in vita. Il sito internet della Wisconsin Medical Society, di cui Treffert fu presidente, elenca 29 casi attualmente viventi.

Si possono annoverare alcuni “individui-prodigio”:
Alonzo Clemons, scultore di creta americano.
Tony DeBlois, musicista americano non vedente.
Leslie Lemke, musicista americano non vedente.
Jonathan Lerman, artista americano.
Thristan Mendoza, prodigio filippino suonatore di marimba (tipo di xilofono in legno).
Derek Paravicini, musicista inglese non vedente
James Henry Pullen, qualificato carpentiere inglese
Matt Savage, prodigio del jazz americano, autistico.
Henriett Seth-F., savant ungherese, poeta, scrittore ed artista.
Daniel Tammet, savant autistico inglese con spiccate capacità (potenzialità matematiche, ricco assortimento linguistico e memoria sviluppata).
Stephen Wiltshire, artista architetto inglese.
Richard Wawro, artista scozzese.

La storia di Kim Peek: perfetto connubio fra genio e disabilità

Kim Peek è un “savant” sebbene non sia autistico; egli è probabilmente affetto dalla sindrome di Opitz-Kaveggia o FG sindrome, una rara malformazione genetica collegata al cromosoma X che causa anomalie fisiche e ritardi nello sviluppo. Ha memoria fotografica e disturbi generalizzati dello sviluppo, probabilmente causati da anomalie congenite del cervello. Ha ispirato il personaggio di Raymond Babbit, interpretato da Dustin Hoffman nel film Rain Man. E’ nato con una macrocefalia, danni al cervelletto e, peraltro più importante, assenza del corpo calloso, condizioni nelle quali i fasci di nervi che connettono i due emisferi del cervello non sono presenti: nel suo caso, inoltre manca anche la commessura anteriore responsabile anch’essa della connessione tra i due emisferi. C’è la supposizione che i suoi neuroni creino connessioni anche in assenza del corpo calloso, situazione che infine risulta favorire un aumento della capacità di memoria. Secondo Fran, suo padre, Kim avrebbe iniziato a memorizzare informazioni a partire dall’età di 16-20 mesi: leggeva libri, li memorizzava e li posizionava capovolti sulla mensola ad indicare che aveva finito di leggerli, un’operazione che compie tuttora. Legge un libro in un’ora circa e ricorda approssimativamente il 98,7% di ciò che ha letto, memorizzando grandi quantità di informazioni riguardanti argomenti che spaziano dalla storia, alla letteratura, geografia, date e numeri del mondo dello sport, musica. Può far riaffiorare dalla memoria i contenuti di 12.000 libri.

Kim Peek non ha deambulato fino all’età di 4 anni e tutt’oggi cammina barcollando. Non riesce ad abbottonarsi la camicia e ha difficoltà nei normali movimenti motori, presumibilmente dovute al danno del cervelletto che coordina le attività motorie. Nei test psicologici, K im con un QI di 87, è comunque sotto la media nei test generali sul QI.

Contrariamente ad altri savant, egli ha mostrato miglioramenti nelle relazioni sociali, forse dovuti alle attenzioni ricevute per il fatto di essere il “vero Rain Man”. Il padre sostiene che il suo senso dell’umorismo si è manifestato nel 2004, ed inoltre ha ben sviluppato un vero e proprio “deposito” di grandi quantità di informazioni. Per contro, però, presenta ancora difficoltà con i concetti astratti come ad esempio l’interpretazione dei proverbi o di metafore all’interno di frasi. Sebbene non sia mai stato un musicista prodigio, le abilità musicali di Kim stanno ricevendo più attenzione ora da adulto che ha cominciato a studiare il piano. Apparentemente egli ricorda la musica sentita decenni prima e la suona a sua volta, compatibilmente con la sua abilità fisica. E’ in grado di commentare le sue performance di pianoforte nel momento stesso in cui sta suonando, ad esempio comparando un pezzo ad altri che ha sentito. Nell’ascolto delle registrazioni riesce a distinguere quale strumento suoni quale parte, e individua I nuovi compositori confrontandoli con I milioni di campioni impressi nella sua memoria.

Nel 1984 lo script writer Barry Morrow incontra Kim Peek ad Arlington in Texas; il risultato di quell’incontro è stato il film Rain Main nel 1988. Il personaggio di Raymond Babbit, ispirato a Peek, è però affetto da autismo. Dustin Hoffman, che ha interpretato Babbit, ha incontrato Kim ed altri savant per capirne meglio il loro comportamento ed interpretare il suo ruolo alla perfezione. Il film richiedeva un numero frequente di apparizioni che portarono Peek ad acquistare maggiore fiducia in se stesso. Barry Morrow diede a Kim la sua statuetta dell’Oscar.

Per InformadisAbile Valentina Pelissero
Fonte Città di Torino » Informa disAbile


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